Progetto Pratone: i campi della memoria agricola

Il progetto di riqualificazione leggera del Pratone è un progetto di valorizzazione che intende preservare e consolidare la significatività paesaggistica e ambientale del Pratone quale “frammento resistente” di paesaggio agricolo interno al tessuto urbano consolidato. Gli interventi previsti mirano a valorizzare le sue potenzialità come spazio aperto di libera fruizione, rafforzandone il ruolo di centro del sistema degli spazi aperti di San Donato.


Il quadrante sud ovest dell’area verde ospita due appezzamenti agricoli, finalizzati ad inserire nel Pratone un esplicito richiamo alla memoria agraria con ruolo didattico e paesaggistico. La scelta progettuale richiama la memoria rurale dei suoli, di cui il Pratone è un frammento rimasto in vita, riservando una porzione di suolo alla pratica agricola con coltivazioni tipiche in rotazione.

Le coltivazioni agricole ipotizzate sono infatti governate da un programma agronomico pluriennale, nel quale la rotazione dei coltivi ha anche la finalità di arricchire il Pratone di colori e strutture vegetali, grazie all’inserimento di piantagioni con fioriture diverse quali il grano tenero, la colza, il girasole, la veccia comune, la sulla.

PLANIMETRIA DEI CAMPI DELLA MEMORIA AGRICOLA

Grano tenero

I cereali autunno - vernini (frumento, orzo, avena, segale, triticale) sono piante erbacee annuali il cui ciclo fenologico si completa dall'autunno all'inizio dell'estate.

Il grano tenero, o frumento, è la specie di frumento che, per il suo largo impiego nella panificazione e nella produzione di paste alimentari fresche, assume maggior importanza fra i cereali in coltivazione oggi.

Il Triticum aestivum (o Siligo), o Triticum vulgare, esaploide con genomi BAD, 2n=42, è derivato dall'ibridazione di una sottospecie coltivata di Triticum turgidum e il polline di una specie selvatica, l'Aegilops tauschii. I frumenti teneri comprendono diverse varietà ed hanno estensione colturale più ampia rispetto ad altri frumenti perché, per la loro buona resistenza al freddo, sono i soli in coltivazione nei paesi nordici.


Colza

La colza (Brassica napus L., 1753) (o raramente chiamata il colza) è una pianta, dal fiore giallo brillante. Nell'Italia settentrionale la semina viene fatta in settembre in relazione anche alla possibilità di preparare il letto di semina. Come detto, per resistere al freddo invernale le piantine dovrebbero trovarsi allo stadio di rosetta con 6/8 foglie e avere un fittone lungo circa 7/9 cm. La densità ottimale è di 70/80 piante a metro quadrato. La distanza tra le file varia da 25 a 35 cm.



Girasole

Il girasole comune (Helianthus annuus L., 1753) è una pianta annuale con una grande infiorescenza a capolino, appartenente alla famiglia delle Asteraceae.

Per crescere bene, il girasole necessita di molto sole. Cresce meglio in terreni fertili, umidi, ben irrigati. I semi dovrebbero essere interrati ad una interfila di 45 cm con una densità di circa 8/9 piante per metro quadrato e a 2,5 cm di profondità.

Sopporta molto meglio di altre specie, a ciclo primaverile/estivo, limitate carenze idriche.




Veccia comune

La veccia comune (Vicia sativa L.) è una pianta appartenente alla famiglia delle Fabaceae.

Presenta steli prostrati glabri con foglie paripennate; le foglioline sono ovali con apice tronco; i fiori sono viola, ascellari, isolati o in gruppi di 2‐3.

Predilige climi temperati e moderatamente umidi, con terreni argillosi; tollera i terreni sabbiosi e calcarei; teme molto il freddo invernale intenso.

Specie a semina autunnale o primaverile, utilizzata generalmente per la formazione di erbai autunno primaverili insieme con altre graminacee. Un miscuglio classico è quello avena-veccia-pisello, erbaio tipico per il foraggiamento verde, e il cui equilibrio fra le specie, dipende dall’ambiente pedo-climatico e dal rapporto di semina dei componenti cha varia in percentuale, con una dose di semina complessiva consigliata di 120-160 kg/ha.





Sulla

La sulla (Hedysarum coronarium L.) è una pianta foraggera appartenente alla famiglia delle Fabaceae, che cresce spontanea in quasi tutti i Paesi del bacino del Mediterraneo.

La semina di questa leguminosa in passato di solito si faceva in bulatura, in autunno con 80–100 kg/ha di seme con guscio, o in primavera con 20–25 kg/ha di seme nudo. Attualmente una tecnica d'impianto è quella di seminare, a fine estate sulle stoppie del frumento, seme nudo. Alle prime piogge la sulla nasce, cresce lentamente durante l'autunno e l'inverno e dà la sua produzione al 1° taglio, in aprile/maggio. Cosa fondamentale è l'utilizzo di un batterio azotofissatore che instaura una simbiosi con la sulla. Questo bacillo, solitamente presente nell'ambiente naturale in proporzione, nel sullaio deve essere inoculato sul seme. Se il terreno non ha mai ospitato questa leguminosa ed è perciò privo del rizobio specifico, non è possibile coltivare la sulla, che senza la simbiosi col bacillo azotofissatore non crescerebbe affatto o crescerebbe stentata. In tal caso è necessario procedere all'"assullatura", inoculando il seme al momento della semina con coltura artificiali del microrganismo. È pur vero che in passato si aveva la consuetudine tradizione di "assullare" i terreni, ovvero di portare parte di suolo di fondi nei quali era stata coltivata la sulla l'anno precedente, in suoli dove doveva essere coltivata. Ciò ha permesso la diffusione quasi capillare dei microorganismi rizobi, ed è assai difficile in Italia centro meridionale trovare suoli con assenza di microorganismi.






Sulla

La sulla (Hedysarum coronarium L.) è una pianta foraggera appartenente alla famiglia delle Fabaceae, che cresce spontanea in quasi tutti i Paesi del bacino del Mediterraneo.

La semina di questa leguminosa in passato di solito si faceva in bulatura, in autunno con 80–100 kg/ha di seme con guscio, o in primavera con 20–25 kg/ha di seme nudo. Attualmente una tecnica d'impianto è quella di seminare, a fine estate sulle stoppie del frumento, seme nudo. Alle prime piogge la sulla nasce, cresce lentamente durante l'autunno e l'inverno e dà la sua produzione al 1° taglio, in aprile/maggio. Cosa fondamentale è l'utilizzo di un batterio azotofissatore che instaura una simbiosi con la sulla. Questo bacillo, solitamente presente nell'ambiente naturale in proporzione, nel sullaio deve essere inoculato sul seme. Se il terreno non ha mai ospitato questa leguminosa ed è perciò privo del rizobio specifico, non è possibile coltivare la sulla, che senza la simbiosi col bacillo azotofissatore non crescerebbe affatto o crescerebbe stentata. In tal caso è necessario procedere all'"assullatura", inoculando il seme al momento della semina con coltura artificiali del microrganismo. È pur vero che in passato si aveva la consuetudine tradizione di "assullare" i terreni, ovvero di portare parte di suolo di fondi nei quali era stata coltivata la sulla l'anno precedente, in suoli dove doveva essere coltivata. Ciò ha permesso la diffusione quasi capillare dei microorganismi rizobi, ed è assai difficile in Italia centro meridionale trovare suoli con assenza di microorganismi.






PROGETTO DI RIQUALIFICAZIONE LEGGERA PRATONE

Committente: Andrea Migliavacca

Progetto e Direzione lavori generale: Dario Vanetti - UrbanStudio

Aspetti agronomici e direzioni lavori del verde: Nicola Noè

Collaboratori: Walter Villa, Edoardo Garbagnati, Marcello Pari, Maurizio Rini, Ewelina Maliborska

Collaboratore per gli aspetti agronomici: Antonio De Mitri






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